Così “Bimba” è diventata manager

«Avevo 19 anni quando sono entrata a lavorare in Comune a Modena, durante il mandato del sindaco Rubes Triva, che mi chiamava “Bimba”. All’epoca i dipendenti dovevano indossare il grembiule nero: io non lo mettevo mai e venivo richiamata spesso». Un’infanzia trascorsa nella bellissima casa dove oggi c’è la sede della Croce Blu di via Giardini, Maria Carafoli, volto noto a Modena, impegnato nel mondo del volontariato, dello sport e del commercio, studiò per diventare segretaria d’azienda, «anche se mio padre – racconta – avrebbe voluto avere un ingegnere in famiglia, avendo lui una piccola impresa». Insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica nel 2008, fino al 2009 Maria ha lavorato in Comune, prima nel settore Istruzione, poi come responsabile del settore Sport. «Ho sempre lavorato con una squadra di persone straordinarie. Vi racconto questo episodio: un giorno venne da me un assessore di un Comune vicentino dicendo che dalle sue parti volevano costruire un grosso bocciodromo attingendo dall’esperienza modenese per capire le caratteristiche gestionali di questo tipo di impianto. Lo portai così a visitare il bocciodromo dei Tre Olmi e quello di Modena Est. Lui rimase molto colpito e mi chiese chi gestiva tutto questo. Io gli spiegai che se ne occupavano dei volontari. “E come si fa”? Chiese strabiliato questo assessore. “Venga a Modena!” scherzai io, nel senso che non è trasportabile un tessuto così ricettivo e altruista come quello modenese, che ha visto la costruzione di grandi e numerosi impianti, mantenuti nel tempo grazie a un percorso culturale e sportivo di cui ci si vanta ancora e ci si giova. Se oggi c’è un fragoroso calo di tante risorse ma si può continuare a garantire molte attività, lo si deve a quello che si è costruito: investire nello sport, infatti, è investire in salute, prevenzione e relazioni». Maria tiene in mano una foto, che lei definisce un pezzo di cuore, che la ritrae insieme a Papa Wojtyla durante la sua visita a Modena nel 1988. «Quando finì la cerimonia, mi inchinai per baciargli la mano, incrociando i suoi occhi magnetici, uno sguardo unico di una persona eccezionale». Mostrandoci le foto del suo album, ne troviamo una di Maria con Roberto Benigni al PalaPanini a Modena nel 2007 – «Portare Benigni oggi a Modena in piazza per la lettura della Divina Commedia sarebbe strepitoso» afferma la Carafoli – e tante altre con Luciano Pavarotti, con la sorella Gabriella e con Nicoletta Mantovani, figlia di un suo caro amico, Gianni Mantovani, che è stato giocatore del Modena calcio. Presidente modenese di Panathlon, Maria ha anche lavorato come direttore dei mondiali di Pallavolo, «un’esperienza esaltante con una Modena pronta a questa avventura, che ho portato avanti con persone molto capaci e con le quali abbiamo ottenuto risultati eccellenti. Finita questa avventura, il sindaco e l’assessore Sitta mi chiesero di impegnarmi per il centro storico all’interno di Modenamoremio, occupandomi della progettazione di eventi finanziati, un impegno importante e gravoso. Lavorare in centro storico è difficoltoso perché la sofferenza del commercio la tocchiamo tutti con mano e quindi tenere un equilibrio per far sì che in centro venga gente è impegnativo. Ma devo dire che le iniziative proposte sono davvero numerose. Tante altre belle cose ci sarebbero da raccontare sul ruolo nel Panathlon e su quanto si è fatto negli ultimi anni per le zone terremotate in collaborazione con l’Accademia Militare: prima o poi dovrò scrivere un libro!». Articolo di Laura Solieri per “La Gazzetta di Modena”